sabato 2 aprile 2011

Scetticamente parlando...

Scetticamente parlando posso credere che ciò che vedo, ciò che vivo sia effettivamente la mia realtà: ma è veramente così?
Non lo so, certo è che a volte sento di essere in un luogo con il corpo e in un altro con la mente.
Come può essere che il corpo resti in un luogo nonostante la mente sia altrove?Certo basterebbe parlare di materialità delle cose per dare una risposta logica a tale quesito ma credo che in fondo la verità di tutto ciò che crediamo e pensiamo di vivere stia proprio in questo non allineamento tra corpo e mente.
Non ha alcun senso pensare a qualcosa di diverso da ciò che viviamo, perché lo facciamo?
Per cercare di essere più preciso (anche se a parole non è semplice spiegare certi aspetti eterei della vita) provo a descrivere una situazione.
Qualunque sia l’attività che state svolgendo in questo momento, anche il semplice atto di leggere queste parole, il corpo è fisicamente in un luogo mentre la mente, viaggia in posti sconosciuti o conosciuti molto distanti dal nostro reale.
State mangiando, ciò che facciamo non è assaporare esclusivamente il pasto e ciò che i nostri sensi ci trasmettono, in realtà mangiamo per inerzia ingurgitando il cibo per una necessità basilare di sopravvivenza, perdendoci l’attimo reale della degustazione del cibo.
La mente è sempre altrove.
Infatti, spesso mentre si addenta il cibo, la mente viaggia altrove senza dare molta retta ai sapori che si sperimentano.
Questo può trasformarsi in un’equazione semplice, quanto complicata.
Il corpo e la mente non sono connessi, mai.
Vivere l’istante, cosa alquanto difficile a farsi, diventa il punto di partenza del discorso che cercherò di affrontare.
Se la connessione tra mente e corpo spesso è incongrua, può dare un solo risultato.
Non siamo più capaci di andare la dove la mente ci porta, siamo solo portati a essere in un luogo fisicamente e proiettati in posti lontanissimi con la mente.
La mente o ciò che essa compone è un mistero per chiunque, nessuno sa esattamente come funzioni e cosa sia il pensiero.
La voce interna che ci parla in continuazione nella testa è la vera voce da ascoltare, oppure semplicemente è un riflesso del nostro io più profondo?
La voce che nella testa tuona per ogni cosa accada è probabilmente solo il riflesso di ciò che più ci spaventa, le paure, i timori, le ansie.
E’ una sorta di allarme che previene l’atto di entrare nel profondo, una diga che evita di scendere a uno stadio più cosciente della propria anima.
Un avviso deterrente per evitare di scoprire chi e cosa siamo realmente.
Forse non siamo ancora pronti ad affrontare chi e cosa siamo realmente, probabilmente, sarebbe una scoperta devastante.
I nostri confini sono troppo limitati, usiamo le credenze che ci hanno trasmesso, la cultura del paese d’origine, i genitori, gli amici, i colleghi di lavoro, chiunque attraversi o incroci la vita di ognuno ha lasciato un pezzo di se delle proprie convinzioni, nel bagaglio personale della vita dell’altro, condizionando l’essenza di chi realmente siamo.
Questo purtroppo, effettivamente dice e crea chi siamo oggi.
Questo in realtà è falso.
Tutto ciò che ci viene detto, è falso.
Tutto ciò che non nasce da dentro, oltre quella diga che impedisce di andare in profondità, è superfluo, semplicistico, irreale e soprattutto riportato da altri.
Quindi che tipo di conoscenza reale abbiamo di noi stessi se continuiamo a vivere e progredire con i concetti altrui?
Si viene a conoscenza di fatti tramite qualcuno, si approfondisce l’argomento in modo autonomo leggendo o cercando notizie su ciò che si vuole approfondire, alla fine ci s’imbatte sempre e soltanto in cose scritte e dette da persone che hanno riportato negli anni nei secoli e nei millenni concetti che erano stati di altri prima di loro.
Alla fine si vive in un circuito chiuso dettato dai nostri limiti a loro volta segnati dai confini della conoscenza materiale, citata, distorta, modificata e comunicata da un essere identico a noi, continuando a non seguire ciò che dentro ci consiglia senza errore alcuno.
Continuiamo a sbagliare vivendo nell’errore di non ascoltarsi mai, dando spazio a ciò che ci viene raccontato per farlo divenire il nostro mondo reale, che reale non è.
Un esempio che mi ha sempre fatto sorridere pensandoci di condizionamento popolare oltre ad essere falso è il seguente: La terra è piatta.
Bene, in molti prima di scoprire che la terra non fosse piatta e che non finisse in un crepaccio infinito, hanno portato avanti tale teoria a spada tratta uccidendo e condannando chiunque cercasse di superare certi limiti e confini che la cultura aveva imposto.
Qualcuno invece cominciò ad ascoltarsi cercando una nuova ipotesi superando e dimostrando alla fine che la terra non era piatta ma sferica e che non terminava in un crepaccio infinito.
L’immaginazione, la fantasia e l’ascolto del profondo dell’anima fecero in modo di superare gli ostacoli che fino a quel momento condizionavano la vera forma della terra.
L’unica via d’uscita a tutte queste falsità quindi è ascoltare finalmente ciò che dentro parla, ciò che dentro sussurra serenamente la verità.
In tre parole, chi veramente sei.
Può spaventare all’inizio il braccio di ferro che la voce “buona” sussurra mentre nella testa la voce “cattiva” urla.
Proviamoci, seguiamo quel sussurro che precede l’urlo e non diamo nulla per scontato, non crediamo a ciò che ci raccontano e usiamo il dubbio, la fantasia e l’immaginazione per raggiungere la verità.


                                                                                                                         Francesco Bonfitto

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