venerdì 27 maggio 2011

Sul fondo del pozzo

Ohhhh finalmente!
Questa è l'espressione che si usa solitamente quando accade qualcosa di piacevole.
Porcaputt...!
Questa è l'esperessione che si usa solitamente quando qualcosa ci stupisce o ci cogli all'improvviso.
E che palle!
Questa è l'espressione che solitamnente si usa quando qualcosa c'infastidicse.
Espressioni, la vita è fatta di espressioni più o meno positive.
Ci servono per dare un senso a ciò che proviamo in modo da esternarle anche a chi ci è vicino.
Altimenti potrebbe succedere che non si venga compresi, e la cosa più assurda è che spesso si usano per dare un senso, una dimensione a noi stessi.
In fondo parlare con se stessi anche ad alta voce può sembrare da matti ma non è così.
La vedo come una sorta di geolocalizzazzione dell'essere, dà la dimensione dell emozione che si vive in quell'istante.
Anche se a volte si grida in silenzio con il rumore del pensiero, quel sottofondo sommesso che a volte fa più male del grido più estremo.
I pensieri come estremismo delle emozioni.
A volte non si riesce a gridare: ohhhhh finalmente, porcaputt...e che palle!
Si resta silenziosamente dentro se stessi gridando.
Quel grido che dentro ti lacera e ti confonde senza darti via di scampo, non esce non arriva non vive all'esterno di te.
Emozioni, sensazioni, sentimenti e crudeli situazioni interiori che a volte ti portano a sentirti meno sicuro di ciò che vivi, di ciò che sei.
Deliro...si forse sono in pieno delirio, ma d'altronde le emozioni sono un'immenso pozzo di delirio, senza fondo.
Bisogna fare attenzione che cadendoci dentro ci sia sempre una scala, una corda, che ti aiuti ad uscirne.
Il pericolo è proprio quello di farsi prendere troppo da ciò che si prova, in quel caso, non ci sono vie d'uscita, si resta sul fondo del pozzo, senza alcuna possibilità di rivincita.

Francesco Bonfitto.



mercoledì 25 maggio 2011

Ciechi o dementi?

Premetto che non m'interesso di politica e che non ho alcuna preferenza, ma quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti mi lascia perplesso e stupito.
Non m'interessa destra o sinistra ma quello che è il contenuto del messaggio che stanno mandando
questi politici ,parlo della città di Milano dove oltretutto non risiedo.
Non conosco il possibile sindaco entrante, non so chi è non so che fa, come non conosco il sindaco in carica, non so chi è e non so che fa.
Alcune cose lampanti però le ho sentite,cosa ha proposto ai suoi cittadini per essere votata.

-Abolizione dell'ecopass
-Cancellazione delle multe in corso.
-Poter parcheggiare sulle striscie blu senza dover pagare.

Ora non conosco nel dettaglio il tutto, infatti queste sono le voci sentite in giro o tramite programmi televisivi.
La cosa però non è importante è il concetto che mi sembra sbagliato, mi spiego meglio.

Sembra e dico sembra veramente una manovra del tipo ti do questo se mi dai quello, ti levo le multe, non paghi l'ecopass e non paghi i parcheggi ecc ecc se mi dai i voti e mi lasci al comando.

La domanda che sorge spontanea è la seguente: Ma allora siamo stati fregati fino a questo momento di bisogno?

-L'ecopass non è stato attuato per evitare d'inquinare la città di Milano? E ora visto che servono voti...possiamo inquinare tranquillamente?

-Le multe non dovevano essere contestate andando dal giudice di pace con un iter allucinante della serie prima paga e poi contesta?
Ora possiamo trasgredire alle leggi pur di consegnare un voto?
E perchè non dovrei pagare se ho infranto una legge?
Sempre per un voto?

-Possiamo finalmente parcheggiare sulle striscie blu senza dover pagare 1.50 all'ora?
Sempre in cambio di un voto?

Ma allora siamo stati fregati fino ad ora?

Se queste cose possono essere abolite ora potevano essere abolite anche prima della necessità di dover recuperare dei voti per mantenere il potere?
O no?

Forse si...

Non mi piace quando le persone diventano merce di scambio, forse bisognerebbe riflettere su tali circostanze e cominciare ad essere finalemnte liberi.

Francesco Bonfitto.


martedì 24 maggio 2011

Vivi o morti?

Avrei bisogno di riposarmi, eh si!
Ma seriamente.
Uno di quei riposi che ti mettono nella condizione di non fare nulla e sopratutto di non pensare a nulla.
La vita frenetica di tutti i giorni ti deteriora lentamente insinuandosi nel corpo e nell'anima,siiiiiilenziosamente.
Vorrei partire oggi e tornare fra un anno, due o forse tre, per dove non lo so,ma via da questo stillicidio continuativo e persistente costituito da problematiche varie personali e non.
Ma dove andare per evitare di sentirsi esausti e sfibrati?
Non so se esistono posti diversi da tutti i luoghi che ho visitato nella mia vita, e sono molti, da non cadere nella trappola d'immaginare un avatar mai visto, infatti alla fine, si finisce sempre per indicare come via di fuga i soliti panorami triti e ritriti. Una bella spiaggia tropicale con le palme, un posto sperduto sui monti, una casa sul fiume o un posto in riva al lago.
Alla fine dopo una settimana, ti sei rotto le palle, e non vedi l'ora di tornare nel delirio più totale della città.
Una sorta di tossicodipendenza.
Forse basterebbe anche solo rimanere comodamente a casa steso su un comodo divano a cazzeggiare davanti al televisore o che so...leggendo un libro.
Ma nemmeno questo potrebbe calmare l'animo, siamo alla costante ricerca di qualcosa da fare perchè se ci si ferma si ha la sensazione di essere morti.
Forse lo siamo già e non ci siamo accorti della cosa.
E allora che si fa?
Nulla non puoi nulla, continui , prosegui, vai avanti con le tue solite attività che scandiscono il passare del tempo, dei secondi , dei minuti , delle ore, delle settimane, dei mesi per totalizzare infine interi anni.
E cosa hai fatto?
Lavorato, dormito, fatto sesso, uscito con gli amici, andato in vacanza, conosciuto persone, mangiato al ristorante, pagato delle multe, acquistato una nuova macchina, una casa, lavorato, e poi ancora,ti sei annoiato, depresso, sei stato felice, hai lavorato, nervoso, calmo, scontroso, amabile, innamorato, disinnamorato, hai lavorato, incazzato, e altre condizioni che ora non mi giungono alla mente...ah dimenticavo e hai lavorato.
Alla fine hai fatto cose e sentito emozioni, ma ancora non ti senti sereno, si sente il bisogno di evadere.
Quindi siamo come imprigionati?
Se fossimo vivi questa è la pena che dobbiamo scontare?
Quindi potrebbe anche darsi che non siamo vivi ma che viviamo l'illusione della vita.
Cazzo allora speriamo di non essere morti altrimenti non voglio nemmeno immaginare che cazzo significhi essere vivi!

Francesco Bonfitto.

domenica 22 maggio 2011

A pochi centimetri da me.

Quando ti ho vista, appena arrivato alla festa, venire nella mia direzione la tua espressione quando hai incrociato i miei occhi non so se eri stupita, incredula o forse solo certa di vedermi lì nello stesso spazio di soli 300 metri quadrati,uno di fronte all'altro...come mummificati.
Stava accadendo davvero?

Un solo istante di inpasse per riprendere coscienza che a quella festa non eravamo soli, qualcuno ci accompagnava entrambi.

Averti a pochi centimetri da me, sentire la tua voce, vedere il tuo viso è stato bellissimo.
Così vicina da poter sentire l'odore della tua pelle, ma non poter far nulla.
Alcuni sguardi in lontananza, qualche sorriso e alcuni gesti che forse sono stati compresi o forse no.

Trovarsi per la prima volta nello stesso luogo fuori dal solito posto è stato emozionante.

Eri bellissima.

I tuoi lunghi capelli lisci a coronare quel viso stupendo che tanto amo, la tua maglietta stretta che evidenziava le tue forme generose, la tua lunga gonna da zingara che arrivava fino alle caviglie per giungere infine alle tue alte scarpe.

Da impazzire lì sul posto per quanto eri bella e desiderabile!
Qualche scusa per allontanarsi da chi ti accompagna per sfiorarci con gli occhi e con il corpo, ma solo per un istante.
Quanta voglia di fermarsi e baciarsi lì davanti a tutti mandando al diavolo ogni cosa.

Scorgerti lì intorno a guardarmi da ogni punto, ti cercavo dietro e ti scoprivo a pochi metri al lato, ti cercavo al lato e ti ritrovavo dietro, eri ovunque e in nessun posto.
Fino a che hai fatto in modo di sederti con chi ti accompagnava dietro di me.
Saperti lì mi emozionava, sentivo al tua voce e le tue risate, avevo voglia di girarmi ma non potevo, dovevo guardare avanti, chi mi accompagnava sembrava sospettare qualcosa.

Ci siamo cercati in ogni istante,ovunque in quello spazio limitato, sapevo che c'eri e sapevi che c'ero.

Mentre mi avviavo verso casa, con vicino chi mi accompagnava, ho voluto tornare indietro di proposito e ti ho rivista ancora una volta mentre mangiavi il tuo gelato con vicino chi ti accompagnava.
Mi hai seguito con lo sguardo e anche io non ti ho mollato nemmeno per un istante, ho azzardato anche un saluto con la mano , non so nemmeno se lo hai visto.
L'ultima immagine che ho di te, sei tu di spalle mentre cammini come a dire: "Cazzo non voglio che vada via, cosa faccio?"

Ho avvertito una sorta di ansia in te mentre mi guardavi sparire nel buio del viale.

Dopo pochi minuti sono tornato indietro e sono ripassato su quel viale con la macchina, avrei voluto fermarmi e tornare a vedere se c'eri ancora, ma non l'ho fatto.
Ora sono qui a scriverti e pensare che stasera sei stata a pochi centimetri da me.

Una cosa che ci eravamo ripromessi l'abbiamo fatta, ci siamo riusciti.
Andiamo avanti, io ci credo.

sabato 21 maggio 2011

Risveglio

Bene mi accendo un'altra sigaretta, certo lo so fa male ma anche se so che non è così, mi rilassa.
E' stata una nottata non semplice.
Verso le 23.30 gli occhi si sono chiusi e stranamente sono riuscito ad addormentarmi.
Stranamente perchè ultimamente dormire è diventato quasi un optional.
Invece ieri sera mi sono addormetato come un bimbo, quasi senza accorgermene.
La festa però è terminata quasi subito.
Verso le 02.00 i miei occhi erano spalancati e lucidamente svegli.
Dovrei decidermi a dipingere il soffitto con una tonalità diversa dal bianco, dopo qualche minuto annoia quel colore così neutro e insistentemente uguale.
Compreso che non c'era verso di dormire, dopo aver cambiato posizione più volte, ho acceso la televisione.
Rai 1,2,3,4, Rai movie,Real time,Cielo, Rai storia...e infine Telemarket, niente di niente...il nulla più totale.
Beh allora dai metto su un bel dvd di Star trek.
Visto e rivisto non c'è un episodio che non conosca a memoria...quindi?
Quindi passiamo alla xbox che domande...
Un bell'oggetto a cui sono molto legato per motivi che non sto a descrivere, si è la soluzione giusta per combattere gli occhi spalancati.
Assassin's cred 2...bene ora si fa sul serio!
Due schermate qualche salto sui tetti di firenze , qualche omicidio qua e la, mezza missione completata...spengo che è meglio.
Per qualche istante rimango in piedi davanti alla finestra del balcone prima di uscire e sedermi comodamente sulla poltrona di vimini color arancione e bianco.
"Il cielo non ha stelle stanotte".
Ma cosa mi sveglia ogni notte?
Pensieri? Preoccupazioni? insonnia?
Cosa?
Anche il balcone non ha risolto il mio evidente risveglio.
Un piccolo luccichio cattura la mia attenzione, lì sul letto che contrasta il copriletto nero.
Una piccola scaglia luccicante e lì inerme ma presente, sembra fissarmi.
Avete presente quei brillantini che vengono messe su alcune cinture da donna?
Ecco uno di quei brillantini e ancora lì sul copriletto.
Ma com'è possibile? L'ho lavato almeno tre volte, come può essere che ci siano ancora tracce di tale materia?
Ora ho capito perchè nella notte, spesso, mi sveglio in una condizione di lucida presenza.
Certo non conoscete tutta la faccenda, ma ci sono cose che a volte sembrano invisibili, invece sono lì presenti, a ricordarti un momento bellissimo e indimenticabile.
Mi sono addormentato quasi subito una volta sul letto.
Quel pensiero , quel ricordo, era il motivo del mio improvviso risveglio.
Intanto sono arrivate le 05.00 di mattina.
Buongiorno mondo...

Francesco Bonfitto.

venerdì 20 maggio 2011

Accade che...

Questo è un momento particolare.
Avete presente quelle situazioni dove tutto capita nello stesso preciso istante?
Ogni cosa accade con la tempistica sbagliata, scandisce l'attimo errato e riduce l'esistenza a una sorta di ombra.

Perchè quando si chiedono determinate cose non arrivano subito ma si presentano tutte insieme dopo?

Forse le cose che si chiedono vanno a finire in un contenitore immaginario dove rimangono a maturare per un periodo di tempo imprecisato, fino a che, si presentano svelandosi.

Per questo forse alla fine si accavallano tutte insieme.

Devo pormi meno domande e avere meno desideri.
Forse sarebbe meglio chiedere una cosa alla volta.
Forse sarebbe meglio risolvere una cosa alla volta.

Mettiamoci al lavoro mi aspetta un lungo e difficile percorso.
Speriamo di trovare l'uscita.


Francesco Bonfitto.

sabato 14 maggio 2011

La bancarella dei giocattoli.

Non amo particolarmente andare al mercato, ma alcune volte mi rilassa.
Vedere la gente che si affretta per fare le proprie compere camminando in modo frenetico, inspiegabilemente, mi tranquillizza.
Donne accalcate sui banchi con cumoli di biancheria intima e magliette varie che offrono tutto a due euro.
Alcune in coda aspettando il loro turno per acquistare frutta e verdura, mentre con occhio esperto, controllano quale ortaggio o frutto sia il migliore da portare a casa.
La gente che si trova nei mercati è ormai di diverse etnie, un miscuglio variegato di razze, neri, bianchi, mulatti, gialli, si potrebbe quasi dire che andare al mercato sia come fermarsi a guardare un arcobaleno dopo la pioggia.
Quando ero piccolo questo non esisteva, le mamme portavano al mercato i figli, il sabato era un'appuntamento fisso seguire le madri alle bancarelle.
Allora nonc'erano tanti colori e tante razze tutte insieme nello stesso posto.
Certo trentacinque anni fa era diverso, la multirazzialità era inimmaginabile.
Mi piace questo miscuglio rende tutto più vivo, tutto più collegato.
Ma una cosa non è cambiata da allora, la bancarella dei giocattoli.
Oggi mi sono fermato proprio li davanti.
Un vecchietto dietro il banco seduto su una sedia di paglia mentre osservavo i giocattoli.
Anche quando ero piccolo mi colpivano i colori dei giocattoli.
Il vecchietto come indifferente, non mi ha considerato nemmeno un pò, sembrava quasi addormentato.
Mi sono reso conto guardandomi intorno che ero l'unico fermo lì davanti, i bambini non giocano più con questi giocattoli, non li usano più, tutto è diventato tecnologico e immediato.
Chi oggi si comprerebbe una trottola? Un sacchetto di soldatini? Le macchinine di formula uno o un trenino di latta?
Nessuno ormai, mancanco anche i bambini per mano alle madri nei mercati di oggi...forse per questo motivo il vecchietto della bancarella dei giocattoli è così inifferente alla mia presenza?
Quando gli ho dato 2 euro per il sacchetto di soldatini mi ha guardato con espressione incredula e un lieve sorriso mentre con la mano rugosa prendeva il denaro.
Sono finiti i tempi delle bancarelle dei giocattoli e insieme è finito anche il tempo delle madri con i bambini per mano che andavano al mercato solo per fermarsi ad ammirare tutti quei giocattoli colorati sulla bancarella del vecchietto.
I soldatini li metterò su una mensola per ricordarmi che una volta i giocattoli servivano a far sognare i bambini.

Francesco Bonfitto.

martedì 10 maggio 2011

La raccomandata.

L'altra sera stavo tornando dalle prove in studio, un bel turno 22.00-24.00 due ore intense e simpaticamente devastanti, non perchè non mi piaccia fare le prove, ma perchè dopo una bella giornata piena di lavoro, mettersi a produrre suoni e parti musicali diventa un pò difficile, la concentrazione scappa, per ovvi motivi.
Dormire solo tre massimo quattro ore a notte non è una sana abitudine, e io amo le malsane abitudini quindi poche ore di sonno sconvolgono tutto il mio sistema neurovegetativo .
Ma non era di questo che volevo parlare, ma di una cosa appunto che è successa mentre tornavo dalle prove.

Prima però devo fare un passo indietro e tornare a due giorni fa.
Nella casella della posta trovo una bella raccomandata.
Di solito se stai aspettando qualcosa lo sai, attendi il malefico tagliandino che si materializza, come per magia, nella cassetta scura e stretta che vede la luce solo quando decidi di scoprire chi ti sta cercando.

Ultimamente le Poste usano un nuovo sistema, al posto del tagliandino giallo sbiadito, una sorta di scontrino fiscale dove ci sono i tuoi dati, l'indirizzo e che cosa devi andare a ritirare,il giorno x dalle ore y alle ore z.
Il terrore , se non stavi attendendo nulla, s'impossessa di te mentre scorgi quello scontrino bianco tra la pubblicita dei vari centri commerciali, e vorresti non aver mai visto quel tagliandino. La responsabilità ti chiama,quindi, prendi l'infame scontrino e sospirando speri che sarà sicuramente l'ultimo resoconto della riunione di condominio, ma sai che stai mentendo a te stesso, perchè la rinuione è stata fatta sei mesi fa, di conseguanza rimane solo una multa, o qualche cartella esattoriale relativa a bolli non pagati e vaccate del genere.
L'attesa fino al giorno x dall ora y all'ora z per il ritiro ti tiene sul filo di rasoio, perchè se non è l'amministratore di condominio sai già per certo che dovrai sborsare dei soldi per farcire le tasche di qualche povero milionario.
All'ora y sono lì,prendo il mio bel bigliettino tristemente bianco e nero numero 97.

Il display lampeggia con un bel numero rosso acceso 65, ecco perchè scrivono ritiro dall'ora y all'ora z.

Posti a sedere nemmeno se paghi, quindi assumi posizioni di attesa sfruttando i vari muri o le vetrine che l'ufficio postale ti offre.
Per ammazzare il tempo, mentre la flemma degli impiegati agli sportelli diventa uno stillicidio, scrivi qualche messaggio, fai qualche telefonata di lavoro, chiami l'amore della tua vita e infine accedi alla sezione giochi e fai il record mondiale su cellulare di tetris!
Il tempo sembra quasi fermarsi in un ufficio postale è come vivere in un'universo parallelo che nulla c'entra con il mondo reale.
Qualche voce comincia a borbottare che è uno schifo, che i postali sono tutti lenti e che rubano lo stipendio, che non ha senso tenere solo due sportelli aperti quando ci sono sette sportelli a disposizione, come dargli torto, ma siamo in un paese fatto così.
Il suono elettronico segnala sul display illuminato il numero 97, è come una visione mistica.

Non ci posso credere è passata solo un'ora e un quarto, finalmente posso ritirare la mia bellissima raccomandata.

Una volta fuori, in silenzio quasi religioso, apro la busta.

A quanto ammonterà il debito?

Mi aspettavo una multa ... e invece...

La Rai.

E che cazzo vuole da me la Rai visto che non sono un presentatore o un loro dipendente?

Che cosa può volere la Rai da un normale e onesto cittadino?

Il canone per le loro trasmissioni?
E che trasmissioni...

Però diciamo che è giusto così, visto che una legge italiana impone il versamento in denaro per questa assurda tassa, e che è giusto pagarla, ma la domanda che mi pongo in quel preciso istante è: "Perchè mi mandate un sollecito di pagamento che ho già effettuato tre mesi fa?
"
Insomma, ho pagato sto benedetto canone fino al Dicembre 2011, per essere più precisi, dal marzo 2010 al dicembre 2011.
Ora perchè mai la Rai mi chiede ancora i soldi che già ho versato?
Ci prova? Magari sperando che qualcuno abbia perso il bolletino di pagamento?
Ci fa? Perchè sa che una buona parte ripaga proprio perchè ha smarrito il bolletino del versamento?
O che?
Ora voi direte ma tutto questo che c'entra con il fatto che stavo tornando dalle prove?

C'entra...c'entra.

Allora, mentre tornavo dalle prove in autostrada da Rescaldina verso Milano procedendo a una velocità di crociera di 120 km orari, come la legge ordina, pensavo appunto a questo fatto della Rai e a come le cose non sono uguali per tutti.

Non so se sia stato un caso ma proprio in quel momento guardando nello specchietto retrovisore, nel buio della notte, ho visto i lampeggianti blu di due auto avvicinarsi, la velocità delle auto blu, con a bordo qualche ministro del caso, era così elevata che lo spostamento d'aria ha fatto sbandare la mia auto verso la terza corsia.

Le due auto prepotentemente, dopo aver lampeggiato in modo insistente, sorpassandomi si sono perse in pochi secondi nel nulla...come se fossero sparite.

A quel punto una domanda era lecita e definitiva: "Chissà se quei bastardoni il canone Rai lo pagano".
Non troverò mai risposta a questo quesito, fatto sta che procedo a 120 venti orari in autostrada e pago regolarmente il canone Rai...come ogni onesto cittadino che comunque vegnono perseguiti anche quando sono in regola, che dite i signori che girano in auto blu a velocità contro la legge, che pero c'impongono le leggi pagheranno mai una multa per la velocità controllata o verrano perseguiti nonostante abbiano pagato regolarmente il canone Rai?
Che io sia stupido?
Comunque, auguri Italia e auguri a chi fa le leggi e poi non le rispetta.

Un onesto cittadino.


Francesco Bonfitto

lunedì 9 maggio 2011

Risposte?

La sensazione è strana, alquanto fastidiosa.
Ma c'è chi mi dice di stare tranquillo e che è tutto a posto.
Ma lo è veramente?
Ci sono particolari situazioni in cui non si riesce a decifrare, si pensa di aver capito cosa stia accadendo in realtà , qualcosa sfugge.
E quella data cosa , quella singolare sensazione mette con le spalle al muro.
Si vorrebbe capire di più ma alla fine si rinuncia perchè il continuare a pensarci, perseverare nella ricerca di una risposta imfiamma le meningi e procura cefalee etremamente dolorose.
Esattamente come la cefalea che in questo momento mi domina.
Ho preso del nimesulida, in parole povere, un Aulin, per farmi passare questo dolore, ma non funziona, il motivo?
Non è un dolore dovuto a un problema fisico reale, ma a un costante pensiero che cerca continuamente una risposta, che non arriva.
Qualcosa sfugge, è come se non fosse tutto al posto giusto, infatti non lo è.
Ecco la sensazione, ora l'ho capita, decifrata, è come se mi sentissi abbandonato.
In fondo che diritti ho su questa situazione?
Nessuna.
I silenzi alle volte sono peggio di mille parole perchè le parole, quantomeno, danno un senso ai pensieri, i silenzi no.
La soluzione per ora è restare in silenzio magari questo maledetto mal di testa passerà, e insieme forse, arriveranno anche le risposte alle sensazioni che provo in questo momento.

Francesco Bonfitto.

sabato 7 maggio 2011

Non posso nulla.

Non posso fare nulla, non posso aiutarti, non so che succede, mi sento impotente e preoccupato.
Forse non avrei mai dovuto incrociare la tua strada, ora, non saresti in questa situazione. Sentirsi senza nessun potere è disarmante...sento la tua fragilità e comprendo che non riesco a far nulla per te.


Se solo non fossi mai arrivato ai tuoi occhi.


Mi sento responsabile, può sembrare stupido ma è quello che provo.
La vita dovrebbe essere felicità, gioia e serenità, non sono questo. Ho procurato alla tua vita notevoli disagi...e situazioni che forse non meritavi di vivere e sperimentare.
Tutto indirettamente, nulla di diretto, infatti, sono la conseguenza del tuo presente.

Non so che fare...non posso fare...non posso nulla.

mercoledì 4 maggio 2011

La telefonata

Può esservi capitato di ricevere una telefonata nella vostra vita...certo che si.
Telefonate di amici, di parenti, di operatori telefonici vari e chi più ne ha più ne metta. Ma c'è una telefonata in particolare che ogni uomo prima o poi riceve.
Una telefonata dubbiosa e in cerca di misteri da svelare...quando probabilmente di misteri da scoprire "ghe ne minga!"direbbe un mio caro amico lombardo.La telefonata della vostra compagna, moglie o amante che sia.
Quello che vado a descrivere ha una sola voce, quella dell'uomo, ho omesso la voce della donna perchè saranno ovvie le sue domande anche se non vengono citate.



Pronto?

Ciao amore...

tutto bene?

Si io bene...

Ieri sera tutto bene, solite cose...

Hai una voce strana è successo qualcosa?

Quando mi rispondi così in questo modo alla fine c'è sempre qualcosa...

Sicura che è tutto a posto?

Quando dici niente mi fai paura eh eh eh...la solita risposta...pericolosa risposta...eh eh eh...

Minchia se non ridi alle mie battute allora c'è qualcosa...

Oh...ci sei?

In che senso...scusa ma non capisco la tua domanda...

Ti ho già detto che ieri ser...

Ma come dove sono stato?!

Con Flavio e Marco...dopo la palestra...a bere qualcos...

Chi? Scusa?!

E chi cazzo è adesso sta Marianna?

Una tua collega...ok e quindi?

Mi ha visto con un'altra donna...ah ecco questa mi mancava.

Scusa e chi sarebbe quest'altra donna? oh ma tu sei fissata!

Scusa chiama marco o flavio almeno chiedi conferm...

Eh si certo, scusa dimenticavo...potrebbero coprirmi...

Ma chi cazzo è sta Mariannaaaaa!!!!

Ascolta, ieri sera ero con Marco e Flavio e non ho nulla da nascondere, poi io non so chi sia sta Marianna se non ti fidi che cazzo ci stai a fare con me! E' sempre la stessa storia...è ora di finirla, vuoi che ti lasci...ok ti lascio...se è quello che vuoi, visto che continui con queste storie del cazzo...e basta!!!

Pronto...?

Pronto...?

Pronto...?


Se la telefonata si conclude in questo modo ho l'impressione che lei non vi abbia creduto, abbia dato fondo alle eresie della Marianna di turno e sopratutto che abbia riagganciato il telefono prima del vostro slancio di coraggio per mandarla a fare in...


Monito alla fiducia tra uomo e donna.


Francesco Bonfitto