sabato 14 maggio 2011

La bancarella dei giocattoli.

Non amo particolarmente andare al mercato, ma alcune volte mi rilassa.
Vedere la gente che si affretta per fare le proprie compere camminando in modo frenetico, inspiegabilemente, mi tranquillizza.
Donne accalcate sui banchi con cumoli di biancheria intima e magliette varie che offrono tutto a due euro.
Alcune in coda aspettando il loro turno per acquistare frutta e verdura, mentre con occhio esperto, controllano quale ortaggio o frutto sia il migliore da portare a casa.
La gente che si trova nei mercati è ormai di diverse etnie, un miscuglio variegato di razze, neri, bianchi, mulatti, gialli, si potrebbe quasi dire che andare al mercato sia come fermarsi a guardare un arcobaleno dopo la pioggia.
Quando ero piccolo questo non esisteva, le mamme portavano al mercato i figli, il sabato era un'appuntamento fisso seguire le madri alle bancarelle.
Allora nonc'erano tanti colori e tante razze tutte insieme nello stesso posto.
Certo trentacinque anni fa era diverso, la multirazzialità era inimmaginabile.
Mi piace questo miscuglio rende tutto più vivo, tutto più collegato.
Ma una cosa non è cambiata da allora, la bancarella dei giocattoli.
Oggi mi sono fermato proprio li davanti.
Un vecchietto dietro il banco seduto su una sedia di paglia mentre osservavo i giocattoli.
Anche quando ero piccolo mi colpivano i colori dei giocattoli.
Il vecchietto come indifferente, non mi ha considerato nemmeno un pò, sembrava quasi addormentato.
Mi sono reso conto guardandomi intorno che ero l'unico fermo lì davanti, i bambini non giocano più con questi giocattoli, non li usano più, tutto è diventato tecnologico e immediato.
Chi oggi si comprerebbe una trottola? Un sacchetto di soldatini? Le macchinine di formula uno o un trenino di latta?
Nessuno ormai, mancanco anche i bambini per mano alle madri nei mercati di oggi...forse per questo motivo il vecchietto della bancarella dei giocattoli è così inifferente alla mia presenza?
Quando gli ho dato 2 euro per il sacchetto di soldatini mi ha guardato con espressione incredula e un lieve sorriso mentre con la mano rugosa prendeva il denaro.
Sono finiti i tempi delle bancarelle dei giocattoli e insieme è finito anche il tempo delle madri con i bambini per mano che andavano al mercato solo per fermarsi ad ammirare tutti quei giocattoli colorati sulla bancarella del vecchietto.
I soldatini li metterò su una mensola per ricordarmi che una volta i giocattoli servivano a far sognare i bambini.

Francesco Bonfitto.

1 commento:

  1. dietro a questa metafora sta un pensiero crudelmente veritiero: sono finiti i tempi in cui bastava poco + del nulla per restere a bocca aperta dalla stupore. Tu l'hai espresso benissimo.. e credimi, non si tratta della solita melensa retorica del:"si stava meglio quando si stava peggio", ma della progressiva e logorante perdita della capacità di stupirsi ancora.. Chapeau Frà!!

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