sabato 31 dicembre 2011

Il mio nome è...


             Il mio nome è…

Questa è una storia che arrivando dal passato attraversando il presente e progettando il futuro ha realizzato un sogno.
Tutto quello che scriverò è tutto quello che realmente è accaduto.
Ho conosciuto due persone anni fa e per un periodo di tempo le ho osservate da lontano, quasi spiate, anzi senza quasi.
E’ cominciato tutto per caso un giorno mentre ero in un centro commerciale nei pressi del reparto donna situato vicino a agli scaffali dei trucchi, sapete quelle robe strane che le donne usano per diventare più belle?
Bene, una commessa stava sistemando i vari articoli in ordine meticoloso, colore per colore, modello per modello e prezzo per prezzo.
Ero estasiato nell’osservare quella creatura che mentre lavorava sembrava assorta nei suoi più profondi pensieri.
I suoi lunghi capelli castano scuro , gli occhi grandi color nocciola , dita affusolate che denotavano una delicatezza estrema, labbra rosa carnose e sensuali, insomma tutto era perfettamente al posto giusto, nessuna sbavatura.
All’improvviso il suo sguardo si alzò e cominciò a fissare un punto non ben precisato di fronte.
Non capivo cosa stesse osservando per i primi istanti, ma subito fu chiaro.
Un personaggio robusto con una lunga giacca di pelle nera, una maglietta aderente nera pantaloni …neri…e stivali chiaramente neri stava attraversando la il reparto diretto non si sa bene dove, forse nel retro, si era il retro del negozio, infatti ci sparì dentro.
La commessa non distolse lo sguardo di un millimetro sembrava rapita o come quasi in ipnosi, e forse lo era perché mi avvicinai ancora di più a lei per cercare di carpirne lo sguardo, ma lei non si accorse di me.
Le sue labbra si erano socchiuse, i suoi occhi erano aperti come quando si vede qualcosa che non si è mai visto, le sue dita tenevano un rossetto color porpora che non cadeva a terra solo perché si era incastrato tra le sue mani che sembravano deboli senza presa.
Dopo qualche istante l’uomo dalla lunga giacca di pelle nera riapparse dal retro del negozio e sul viso della commessa dalle labbra carnose si fece strada un lieve sorriso, una sorta di beatitudine che sembrava scaturire una sola ed unica domanda: “ Ma chi sei?”
Non so perché ne se poi è realmente andata così ma quel pensiero sembrava si fosse materializzato a tal punto che l’uomo dalla lunga giacca di pelle nera girò il suo sguardo proprio nella sua direzione.
Ero uno spettatore privilegiato anche perché quando i due cominciarono a fissarsi a distanza cominciai ad avere la sensazione che tutto intorno si fosse fermato, insomma ero spettatore di un momento di sospensione temporale di due anime che in qualche modo si erano trovate…o forse ri-trovate.
L’uomo dalla lunga giacca di pelle nera fece un sorriso aperto e solare e la commessa dalle carnose labbra rosa, come risvegliata da suo stato ipnotico rispose immediatamente con un altrettanto sorriso aperto, “Dio questo non lo avevo ancora notato” il suo sorriso era ancora più bello di tutto il resto, anzi no completava quel quadro già perfetto.
A quel punto mi sono sentito di troppo, lui si stava avvicinando e allora io mi allontanai, non di molto, ma mi allontanai.
Li guardavo mentre si conoscevano e avevo la netta sensazione che si conoscessero da sempre, invece non era così, non si erano mai visti prima…o forse si, in un’altra vita, in un altro mondo.
Si scambiavano sorrisi e sguardi che lasciavano poco spazio all’immaginazione, cioè, se avessero potuto si sarebbero baciati immediatamente , era una sensazione palpabile.
Ma no, lui dopo pochi minuti si allontano lasciando il negozio.
Tornai ad osservare la commessa dalle carnose labbra rosa, beh…lo aveva seguito con lo sguardo fino a che lui si perse tra la gente che affollava il centro commerciale.
Poi con una quiete strana in viso tornò a risistemare i suoi articoli sullo scaffale, ma con una differenza, questa volta i suoi pensieri sembravano più chiari, il suo lieve sorriso lo confermava.
Da quel giorno li ho seguiti spesso mentre l’uomo dalla lunga giacca di pelle nera tornava a trovare la commessa dalle carnose labbra rosa in negozio e tutto sembrava andare per il verso giusto, fino a che un giorno li vidi discutere e separarsi…
La commessa dalle carnose labbra rosa gli voltò le spalle e andò via...
L’uomo dalla lunga giacca di pelle nera salì sulla sua macchina e sparì dietro l’angolo della strada.
Come poteva essere che avessi visto male?
Come potevo aver confuso quella gestualità, quei sorrisi, quegli sguardi che si erano scambiati in tutti quei mesi?
Qualcosa non quadrava.
Allora mi presi la briga di seguirli singolarmente per capire cosa stessero combinando.
Beh quello che scoprii mi lasciò senza parole, l’uomo dalla lunga giacca di pelle nera era mano nella mano con un’ altra donna e la commessa dalle carnose labbra rosa addirittura l’ho vista in una casa insieme a un altro uomo, ci viveva insieme.
Non avevo capito nulla, mi ero lasciato fregare dai loro comportamenti e ci erano riusciti anche bene, molto bene!
Questo mi fece arrabbiare a tal punto che decisi di lasciarli perdere, di mandarli al diavolo, e così feci!
Negli anni a venire ogni tanto mi tornavano in mente l’uomo dalla lunga giacca di pelle nera e la commessa dalle carnose labbra rosa, e mi ponevo sempre la stessa domanda, ma perché non ha funzionato?
Beh quando si dice che a volte le cose che si pensano si avverano, ho alzato gli occhi e li ho visti!
Insieme mano nella mano mentre passeggiavano all’esterno di un centro commerciale girovagando tra le bancarelle addobbate per le festività natalizie.
Mi sono avvicinato per verificare che fossero proprio loro due, si erano proprio loro!
Erano passati sette anni dalla prima volta che incrociai i loro sguardi e li avevo abbandonati alle loro vite…avevano deciso così e invece eccoli qui insieme, incredibile cosa può fare il tempo e la vita.
Ho voluto raccontarvi questa storia perché sono quelle condizioni della vita che io prediligo e che amo seguire, soprattutto quando hanno un lieto fine.
Beh ora vi saluto si è fatto tardi vado a cercare qualche altro sguardo da seguire.
Ah dimenticavo non mi sono presentato: “Piacere il mio nome è Destino”




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